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SHOTOKAN-RYU

 

La storia dello stile Shotokan è strettamente legata a quella del suo maestro fondatore, Gichin Funakoshi.

A lui si deve l'attribuzione ufficiale del nome karate all'arte marziale precedentemente conosciuta con il nome di Tode e la sua diffussione in Giappone. Non tutti sanno che il nome Shotokan, letteralmente "casa del fruscio nella pineta", non fu ideato da Funakoshi, bensì dagli allievi che lo scrissero su un'insegna posta in suo onore all'ingresso del loro primo vero Dojo.

Shotokan, nella sua accezzione più semplice, significa infatti la casa ("kan") di "Shoto" (letteralmente "onda di pino").

Shoto in particolare è lo pseudonimo col quale Funakoshi era solito firmare le poesie che scrisse prevalentmente in giovane età. La sua filosofia è espressa nei venti principi guida conosciuti con il nome di Shōtō Nijū Kun (松濤二十訓).

 

Il simbolo del Karate Shotokan è la tigre. La tigre Shotokan ha le sue origini nella forma del “Monte Torao” (che significa “coda di tigre”), dove Funakoshi soleva ascoltare il suono del vento tra i pini durante le sue passeggiate serali.

 

La pratica dello Shotokan è in genere divisa in tre parti: 

 

- kihon (i fondamentali);

 

- kata (forme o sequenze di movimenti);

 

- kumite (combattimento).

 

Le tecniche eseguite nel kihon e nei kata sono caratterizzate  da posizioni lunghe e profonde, che consentono stabilità, permettono movimenti forti ed energici.

 

 

 

La stile Shotokan tra origini dalla turbolenta ed articolata storia del Karate.

Qui di seguito una scheda riassuntiva propone in modo semplice e chiaro i momenti fondamentali della storia della Nostra Arte.

 

STORIA DEL KARATE
Dalle origini agli stili moderni

La storia del karate è estremamente articolata e complessa, tant'è che ad oggi permangono ancora numerosi dubbi sulle sue origini e vi sono pareri discordanti sulla sua evoluzione. Questo è dovuto in prevalenza alla mancanza di fonti storiche scritte, fatto legato non solo all'antichità dei tempi in cui il karate fonda le sue origini ma anche alla segretezza nella quale le tecniche di combattimento a mani nude vennero celate e per questo storicamente tramandate solo oralmente all'interno di cerchie ristrette e selezionate di persone.

Gianfranco Fenati Judo Club

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