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Castello di Shuri  in Okinawa. Esibizione di Karate, anni '20.

KARATE-DO, KARATE OLIMPICO

 

Riflessioni del D. T. Erik Frigo

 

Il termine Karate-do si compone delle parole kara, te e do. Il Karate-do secondo il Sensei  Gichin Funakoshi è la corretta interpretazione del karate ed il suo giusto impiego; è il cammino per raggiungere il Satori o illuminazione (comprensione del significato oggettivo della vita) attraverso la pratica della difesa a mano nuda.

La via del karate è un percorso per il perfezionamento e l'automiglioramento della tecnica, poiché in tal modo si migliora anche sé stessi. Il Karate-do mira internamente ad allenare la mente e a sviluppare una coscienza chiara, cosicché si possano affrontare sinceramente ed autenticamente le sfide cui la vita ci sottopone.

La mente e la tecnica devono divenire un'unica cosa nel Karate-do; il Do, la Via, è molto più della tecnica, più dell'arte. Il karate praticato solo come sport ha come obiettivo la vittoria nella gara mentre il Karate-do quello di vittoria nella vita.

 

Questi è quanto la tradizione ci ha consegnato. Noi che ci proclamiamo karateka cosa stiamo fecendo hic et nunc?

 

Il karate sportivo vede oggi, in Italia e nel mondo, una grande diffusione. Si parla di circa 100 milioni di praticanti amatorali e di circa 10 milioni di atleti agonisti; 185 tra federazioni nazionali ed internazionali organizzano più di 2000 eventi sportivi al mese. 

 

Sono cifre da capogiro.

 

Una domanda sorge spontanea: il karate sportivo è un'evoluzione del Karate-do?

 

La mia risposta è: no.

 

Il karate sportivo è una parte del grande universo che chiamiamo Karate-do.  Filosofia, storia, tradizione, marzialità, cultura non possono esaurirsi nel termine sport.

Quando usiamo tale termine infatti facciamo riferimento a tutto ciò che riguarda il divertimento e che si svolge "fuori dalle mura delle città". Ed è doveroso sottolineare come il termine sport  tragga origine dal latino classico divertere ( allontanarsi ), si trasformi nel latino medioevale deportare ( uscire fuori dalle mura cittadine per svolgere attività fisiche ) e divenga poi in un inglese arcaico disport (divertimento).

 

Pertanto possiamo assumere che "sport" indichi tutte quelle attività che coinvolgono il fisico e che si svolgono lontano dalle normali attività quotidiane. 

 

Nei nostri centri cittadini infatti è raro se non impossibile osservare stadi, piscine, palazzetti dello sport. Sono luoghi da costruire in periferia. Sono attività, gli sport, da farsi lontano; ci si dedica uno o due sere a settimana. La domenica "gli amici sportivi" accendono la tv.

 

Il Dojo invece nasce come luogo di culto. In origine il termine, ereditato dalla tradizione buddhista cinese, indicava il luogo in cui il Buddha ottenne il risveglio e per estensione si indicavano i luoghi deputati alla pratica religiosa buddhista. Il termine venne poi adottato nel mondo militare e nella pratica del Bujutsu; per questi motivi Ã¨ a tutt'oggi diffuso nell'ambiente delle arti marziali. Il Dojo trovava spazio nelle vicinanze del castello e dei templi. La sua importanza era riconosciuta.

 

Ogni giorno allenati, ogni giorno sforzati,
se un giorno non ti alleni, dieci giorni persi.
   - Proverbio Shaolin

 

Il karate che si vuole fare erede di questa tradizione non può ridursi ad una mera pratica fisica, due sere a settimana. Il Karate-do è uno stile di vita.

 

Il karate olimpico, invece?

 

E' un sogno che si sta realizzando.

 

Nonostante tutto non possiamo prescindere dalla reale evoluzione che le scienze motorie, la pedagogia e le scienze cognitivo-neurologiche stanno apportando al Karate. Un Karate Olimpico significa un Karate qualitativamente superiore nella sua metodologia di allenamento e nella formazione degli insegnanti tecnici; il tutto nel completo rispetto dei diritti indisponibili della salute e dell'integrità psico-fisica dei suoi atleti. 

 

Spero vivamente che il Karate possa a breve, come pare verosimile, divenire Karate Olimpico. Si realizzerebbe davvero un grande sogno.

Sarebbe davvero un premio a tutto l'impegno, il sudore e i sacrifici che generazioni di atleti, tecnici, dirigenti sociali e Maestri hanno saputo esprimere.

 

Il mio sogno personale è quello di vedere un Karate Olimpico pregno di quei valori che il Karate-Do ci ha tramandato. Il mio sogno è che il Karate Olimpico possa divenire strumento di avvicinamento delle nuove generazioni al Karate-Do. Spero che il Karate Olimpico si faccia portabandiera di tutti quei valori umani così necessari in questi tempi ove solo l'apparenza, il denaro, il successo facile e subitaneo sembrano avere importanza.

 

 

Erik Frigo

Gianfranco Fenati Judo Club

Via Campo Sportivo 1 - 33097 Spilimbergo (PN)

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